L’obiettivo del ministro Maria Stella Gelmini e del governo Berlusconi è chiaro a tutti: smantellare quello che rimane della scuola pubblica e procedere in una marcia a tappe forzate verso la privatizzazione di quest’ultima. La riforma Tremonti-Gelmini minaccia tutto ciò per cui noi studenti lottiamo, ovvero il diritto allo studio di tutti e per tutti. Se non ci mobilitiamo immediatamente, la scuola pubblica avrà un carattere rigidamente classista, con percorsi d’eccellenza per pochi facoltosi che li potranno pagare, mentre tutti gli altri dovranno accontentarsi di scuole sempre più scadenti e inadeguate.Quali ripercussioni ci saranno nel mondo della scuola?
- Saranno licenziati 150.000 lavoratori tra docenti e personale ATA
- Nei prossimi tre anni si prevedono tagli per un totale di 8 miliardi di €
- L’abolizione del tempo pieno a scapito delle famiglie lavoratrici
- L’introduzione del maestro unico nelle scuole elementari come risultato dei tagli al personale
- La chiusura (tramite accorpamento) di tutte le scuole con meno di 600 alunni
- Aumento del numero di alunni per classe
- Riduzione dell’orario scolastico con il conseguente innalzamento dei ritmi di studio e l’abbassamento del livello generale della qualità dell’insegnamento
- L’introduzione della chiamata diretta dalle scuole per l’assunzione dei docenti (con relativo proliferare di reti clientelari dal momento che i presidi potranno selezionare il corpo docente)
- L’abolizione dei programmi sperimentali (PNI, liceo tecnologico,progetto Brocca) che tenevano la scuola italiana al passo con i tempi
- Privatizzazione delle università attraverso la loro trasformazione in fondazioni
- Propongono di abolire le R.S.U. nelle scuole (d.d.l Aprea)
L’attacco perpetrato dal governo non ha precedenti e colpisce TUTTA la pubblica istruzione:dalle elementari all’università. E’ per questo che la nostra risposta deve essere decisa e compatta a partire dallo sciopero generale della scuola del 30 ottobre. Rivolgiamo un caloroso appello a tutti gli studenti universitari, ricercatori, insegnanti, genitori e vi chiediamo di scendere in piazza tutti UNITI.
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