- Ritiro e cancellazione di tutti i provvedimenti che prevedono la trasformazione di scuole e università in fondazioni di diritto privato
- Cancellazione immediata dell’autonomia scolastica e universitaria, passaggio fondamentale per strappare la subordinazione dell’istruzione al mercato.
- Cancellazione di ogni forma di regionalizzazione e di differente elargizione di finanziamenti. Il sistema dell’istruzione dev’essere unitario e pubblico.
- Cancellazione immediata di tutte le controriforme, dalla Moratti alla Zecchino-Berlinguer.
- Raddoppio immediato dei finanziamenti destinati all’istruzione pubblica;
- Neanche un centesimo alle scuole private! Annullamento di qualsiasi stanziamento diretto o indiretto.
Contro la selezione di classe!
- Cancellazione del diritto-dovere all’istruzione. Ripristino dell’obbligo scolastico e sua estensione fino ai 18 anni. Dalle elementari fino al diploma il percorso scolastico deve essere uguale per tutti con una continuità di programmi. Rifiutiamo qualsiasi divisione tra “scuole d’eccellenza” e “scuole di massa”, tra “arti umanistiche” riservate ai figli dei ceti benestanti ed “arti meccaniche” per i figli dei lavoratori. Le medie superiori devono essere tutte di 5 anni.
- Abrogazione della legge 40/2007 che istituisce i “poli tecnico-professionali” come canale alternativo ai licei
- Ogni percorso di formazione professionale deve essere successivo al compimento dell’obbligo scolastico e non alternativo al percorso di istruzione.
- No alla riduzione del tempo scuola. No al “maestro unico” e alla distruzione del tempo pieno.
- Gratuità dell’iscrizione a qualsiasi scuola di ogni ordine e grado, dalle materne, passando per le superiori, fino all’università. O l’istruzione è gratuita o non è un diritto. Rimuovere le condizioni materiali che impediscono a migliaia di giovani di avere accesso alla cultura è la condizione necessaria per ogni reale cambiamento nell’istruzione.
- Abolizione di qualsiasi forma di numero chiuso o test d’ingresso, sia alle superiori che in università.
- Libri in usufrutto o comodato d’uso gratuito per tutti, gratuità dei mezzi pubblici, congelamento dei prezzi di libri e materiale scolastico.
- Borse di studio per tutti gli studenti che ne facessero richiesta. Tenere il proprio figlio a scuola fino a 18 anni per una famiglia disagiata non vuol dire soltanto pagare più costi per l’istruzione, ma anche avere un reddito in meno in famiglia; tale reddito deve essere sostituito dallo stanziamento di borse di studio.
- 20 alunni per aula. In classi sovraffollate non è possibile fare lezione! Non deve esistere nessuna aula dove si sfondi il tetto di 20 alunni.
- Piano di edilizia scolastica per la rimessa in sicurezza degli edifici scolastici (più della metà è fuori norma!). Se è necessario che si costruiscano nuove scuole, università e studentati.
- Apertura serale delle università (comprese le biblioteche e laboratori), con tutti i corsi fondamentali, premettendo così a qualsiasi lavoratore che ne abbia voglia di poter frequentare l’università.
Abbattere i ritmi di studio!
- No a una scuola interrogatorio e a un’università esamificio: criteri produttivistici non devono avere niente a che fare con l’istruzione.
- Cancellazione di ogni forma “esame di riparazione” a settembre. Per superare le lacune si istituiscano corsi di recupero pomeridiani gratuiti e facoltativi che si svolgano durante tutto l’anno.
- Abolizione del sistema di valutazione dei crediti e dei debiti formativi, sia a scuola che in università.
- 11 appelli d’esame all’anno perché ogni studente possa scegliere quando sostenere l’esame, liberalizzazione dell’ordine con cui dare gli esami.
Contro l’autoritarismo e la repressione, per una scuola e un’università democratiche!
- Uguale numero di studenti, docenti e personale non docente (pariteticità) nel Consiglio d’Istituto. Pariteticità delle rappresentanze democratiche degli studenti e dei lavoratori dell’università (con questi intendiamo il corpo non docente) eletti negli organismi d’Ateneo e nei Consigli di Facoltà. Tutte queste figure devono essere eleggibili ma anche revocabili rispettivamente dall’assemblea che li ha eletti.
- Abolizione della figura del dirigente scolastico. Gli studenti ed i lavoratori della scuola non hanno bisogno di un capo indiscutibile ed indiscusso che occupi la funzione del gerarca. Il preside deve essere sostituito da un coordinatore didattico-amministrativo scelto tra i lavoratori della scuola ed eletto da studenti, personale docente e non docente. Il docente che viene scelto come coordinatore didattico-amministrativo viene sollevato dall’insegnamento.
- Abolizione in toto del voto di condotta, misura non a caso introdotta dal fascismo.
- Istituzione del diritto di assemblea d’ateneo e di facoltà, almeno una volta al mese, con conseguente sospensione della didattica. Elezioni universitarie su base annua.
- Per un posto di lavoro degno per gli insegnanti; per un insegnamento di qualità! 300 euro di aumento salariale, uguali per tutti i lavoratori della scuola! Gli insegnanti e i lavoratori della scuola sono i più sottopagati d’Europa. Ci opponiamo all’introduzione di criteri meritocratici nella retribuzione dei docenti. Si tratta di criteri che servono solo a gerarchizzare il rapporto tra i vari docenti, rompendo la collegialità dell’insegnamento.
- Nessun taglio di cattedre o di posti di lavoro nella scuola! Assunzione immediata, a tempo indeterminato, di tutti i lavoratori precari nella scuola.
- Corsi di aggiornamento gratuiti e garantiti dallo Stato. Possibilità per ogni docente di usufruire ogni dieci anni di un anno di distacco dall’insegnamento per svolgere attività di aggiornamento.
- Rifiuto dell’introduzione di qualsiasi forma di chiamata nominativa, secondo cui il preside-manager sceglie direttamente i docenti, generando ad ogni forma di clientelarismo e favoritismo. Il principio della chiamata nominativa rende in maniera evidente l’idea della scuola azienda dove, come in un’impresa privata, il padrone sceglie chi assumere, calpestando ogni idea di pluralismo. Difenderemo ad oltranza la nomina dei docenti attraverso regolari concorsi e graduatorie.
Per una scuola e un’università laiche!
- Abolizione dell’ora di religione. Potenziamento delle ore di Storia e Filosofia, difesa del rigore scientifico in tutte le materie. Fuori i pregiudizi religiosi dai programmi scolastici nazionali! Istituzione dalla scuola media fino ai 18 anni dell’ora di educazione sessuale, gestita da consultori pubblici.
- Per un’istruzione laica e scientifica. L’insegnamento non deve essere influenzato dai diktat, diretti o indiretti del Vaticano. Nella scuola e nelle università non ci deve essere spazio per teorie a-scientifiche come quelle creazioniste.
- Il diritto per qualsiasi gruppo politico, culturale o religioso di tenere le proprie attività a scuola nel pomeriggio. Basta con i due pesi e le due misure che vengono oggi applicati a favore dei ciellini e di gruppi simili.
Contro la subordinazione dell’istruzione alle imprese, per un posto di lavoro alla fine degli studi!
- Piano nazionale per dotare tutta le scuole che ne hanno bisogno, dei laboratori necessari, con assunzioni specifiche di personale tecnico.
- No agli stage ed al tirocinio gratuiti: gli stage si devono svolgere solo se regolarmente retribuiti e sotto il controllo delle rappresentanze sindacali. I corsi di formazione professionale devono avere luogo dopo il diploma e devono essere completamente gratuiti e gestiti dallo Stato.
- Abolizione del precariato e della flessibilità. Non vogliamo un futuro lavorativo precario.
- Riduzione d’orario a parità di salario per creare nuovi posti di lavoro. Non vogliamo studiare per essere futuri disoccupati. Il lavoro deve essere redistribuito, attraverso la riduzione d’orario, tra tutta la popolazione in età lavorativa. Lavorare meno, lavorare tutti.
- Applicazione del turn-over: per ogni lavoratore che va in pensione deve essere assunto un giovane.
Da dove prendere i soldi?
Tutta la ricchezza prodotta nel capitalismo viene generata dai lavoratori. Eppure questo sistema non concede loro nemmeno la garanzia di poter dare un pieno sviluppo culturale ai propri figli. Le risorse che vengono prodotte dal lavoro dei nostri genitori e dal nostro futuro lavoro ci appartengono e devono essere utilizzate per garantire il diritto allo studio, alla sanità, alla pensione ecc. ecc. Che i soldi per l’istruzione si prendano da: tagli alle spese militari, fondi destinati alla Curia, come ad esempio l’8 per mille, tutti i fondi concessi alle scuole private e dalle migliaia di milioni di euro concessi a fondo perduto alle aziende.
Generalizzare le lotte per fermare la Gelmini
Dopo anni e anni di progressivo smantellamento, il nuovo governo Berlusconi ha sferrato un attacco definitivo al sistema di istruzione pubblico. La posta in gioco è altissima: quest’autunno sarà decisivo! In queste settimane vediamo i primi segnali di reazione da parte del mondo della scuola e del movimento studentesco. Per poter sconfiggere il progetto della Gelmini dovremo aprire uno scontro sociale a tutto campo, lavorando per allargare la portata delle mobilitazioni fino a una loro generalizzazione. Per fermare un’offensiva di tal portata, infatti, non basteranno alcune, singole, prove di forza. Tra una data e l’altra cosa rimane di organizzato in ogni luogo di studio per provare ad allargare il fronte della lotta e coinvolgere tutti coloro che per adesso stanno ai margini? Organizzarsi in ogni scuola e ogni università, con un programma complessivo e metodi democratici, dev’essere la priorità per tutti coloro che hanno a cuore la battaglia per il diritto allo studio. Questo è l’obbiettivo del Comitato in difesa della Scuola Pubblica e del Coordinamento Studentesco Universitario.
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